Guerra: nessuna programmazione, numeri a caso da Pnrr a Sanità

Niccolò Carratelli - La Stampa
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Mario Rossi - La Repubblica

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Intervista a La Stampa

di Niccolò Carratelli

Maria Cecilia Guerra, deputata Pd ed ex sottosegretaria all’Economia, il ministro Giorgetti dice che in questo quadro così incerto dovete accontentarvi di un documento di finanza pubblica piuttosto vago. Ha ragione?

«Nessuno chiede a Giorgetti di avere la sfera di cristallo, ma è chiamato a governare anche in queste condizioni, a offrire una prospettiva, a far capire come l’Italia intenda muoversi di fronte ai rischi di una guerra commerciale».

Non lo sta facendo?

«Il Dpf è un documento vuoto, si limita a un monitoraggio, mentre per legge dovrebbe essere di programmazione. Non c’è un orientamento di politica economica e non vengono affrontati alcuni temi essenziali, dai dazi al Pnrr, dalla difesa alle pensioni e al fisco».

La questione più urgente?

«Drei che il Pnrr è l’esempio più clamoroso: non si sa a che punto siamo, vengono dati numeri diversi sullo stato di avanzamento dei progetti. E vogliamo capire se e cosa verrà definanziato per usare quei soldi per il sostegno alle imprese colpite dai dazi. Sia chiaro che per noi gli investimenti su case della comunità e ospedali di comunità non vanno toccati».

A proposito di sanità, nel Dpf si dice che la spesa sanitaria sul Pil crescerà da qui al 2027, fino al 6,4%. È così?

«C’è il trucco, perché contestualmente il finanziamento del fondo sanitario, che deve garantire i livelli essenziali di assistenza, calerà sotto al 6%. La differenza finirà a carico delle Regioni, parliamo di circa 10 miliardi».

Giorgetti dice che il debito «divora» anche le spese più nobili, come quelle per la sanità o la scuola. Su questo non ha tutti i torti, no?

«Mi pare che per alcune cose i soldi riesca a trovarli, ad esempio per i condoni. Perché è ancora attivo il disegno di legge della Lega sulla rottamazione ter delle cartelle? E abbiamo appena saputo dall’Inps che il saldo e stralcio per i debiti previdenziali è costato più di 15 miliardi, di cui 10 imputabili al governo Meloni».

Pare che i soldi si troveranno anche per aumentare le spese per la difesa, Giorgetti ha detto che si arriverà al 2% del Pil entro l’anno. 

«Anche qui, annunciano senza spiegare come, non è accettabile una comunicazione così opaca. Cosa c’è dentro le spese per la difesa? Nei criteri Nato, ad esempio, sono inserite le pensioni per i militari in quiescenza. In ogni caso, anche Bankitalia ha sottolineato che l’aumento della spesa fatto da ogni singolo paese sarebbe “inefficace e inefficiente”, sbagliato anche dal punto di vista economico».

Come opposizioni, rivendicate il diritto di discutere di tutto questo in Parlamento. Vi viene negato?

«C’è un evidente svilimento del nostro ruolo e del Parlamento in generale. Il Dpf sarà discusso in Aula la prossima settimana senza che il ministro sia presente, la stessa maggioranza ha rinunciato al confronto, completamente sdraiata sul governo: in commissione non fanno domande, in Aula solo dichiarazioni di voto. Così si calpestano anche i cittadini, almeno quella parte che rappresentiamo noi all’opposizione».

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Il 25 novembre si è tenuta a Roma la prima iniziativa di Compagno è il Mondo. Sono intervenuti tra gli altri: Pier Luigi Bersani, Maria Cecilia Guerra, Elly Schlein, Arturo Scotto, Michael Braun, Cristian Ferrari, Michele Raitano, Alessandra Raffi.
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