Pubblicato su Inpiù.net
di Vincenzo Visco
Il ministro Giorgetti dimostra di avere un “senso dell’onore” piuttosto singolare quando definisce “onorevole” la capitolazione del G7 nei confronti degli Stati Uniti, esclusi senza alcuna ragione logica dall’applicazione della minimum tax globale concordata tra i paesi OCSE per ovviare almeno in parte alla scandalosa elusione fiscale (evasione legale) delle multinazionali, soprattutto americane. Si tratta in realtà di protervia e prepotenza da un lato, e subalternità e vassallaggio dall’altro, che fotografano i rapporti di forza esistenti (o percepiti) tra Stati Uniti e resto del mondo. Cina esclusa, l’unico paese che ha risposto con la stessa energia all’aggressione daziaria americana, ottenendo alla fine un accordo favorevole. Dei 100 miliardi di gettito attesi dal prelievo minimo del 15% a livello mondiale resteranno solo le briciole, e se e quando i paesi europei insisteranno a mantenere in vita le loro web tax possiamo attenderci aggressioni violente da parte di Trump e rapidi cedimenti da parte di Meloni e c., che pure solo pochi anni fa tuonavano contro l’evasione delle multinazionali per non vedere quella interna della loro base elettorale.
Del resto, lo stesso sta accadendo sulla questione dei dazi dove gli europei sembrano disposti ad accettare dazi unilaterali del 10% su tutte le merci esportate negli USA senza reciprocità né ritorsioni. Gli interessi dei singoli paesi europei non esistono per i sovranisti “de noantri”, mentre quelli di America first sono intoccabili. E nella stessa direzione va l’accordo Nato sulle spese militari, nel quale, accantonati per il momento ogni razionalizzazione e coordinamento tra le spese nazionali e le industrie della difesa europea, si è creato un enorme mercato per le esportazioni di armamenti degli Stati Uniti in Europa. Insomma, bisogna “pagare il tributo a Cesare”, in cambio di che, poi?