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Fornaro: Pd e 5S, manca generosità: basta politica del torcicollo

Andrea Joly - La Stampa ed. Torino
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Mario Rossi - La Repubblica

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Intervista a La Stampa – ed. Torino

di Andrea Joly

“Una vittoria del campo largo in Piemonte avrebbe una ricaduta ben superiore a quella della Sardegna: potrebbe cambiare anche l’andamento della politica nazionale”. Il deputato dem – in quota Schlein – Federico Fornaro lancia un ultimatum in vista delle Regionali: serve subito un accordo Pd-M5S per “competere sull’onda lunga della vittoria di Todde”. Non farlo “sarebbe imperdonabile, in primis per i nostri elettori”.

Onorevole, il tempo passa. L’alleanza è ancora possibile?

“Sì, ma il tempo è quasi finito. È ora di tirare una riga, forti anche del risultato in Sardegna che ha rimotivato un elettorato largo nella prospettiva di costruire finalmente un’alternativa a questa destra”.

C’è chi vede più benefici nel presentarsi diviso. 

“Quali? presentarsi divisi alle Regionali dà la matematica certezza della sconfitta. Sono convinto, e non da oggi, che in politica dovrebbe trovare maggiormente spazio un termine desueto: la generosità. A volte per trovare un’intesa occorre un passo indietro per farne due avanti”.

Certe resistenze non vanno nella direzione opposta?

“In questa fase in troppi adottano la politica del torcicollo”.

A partire dal Pd?

“Difficoltà non mancano anche tra di noi, ma a me sembra che il Pd piemontese abbia avuto un atteggiamento unitario fin dall’inizio”.

Il M5S no?

“Il mio mestiere non è dare pagelle. È da tener presente, però, che i dem in Sardegna hanno fatto uno sforzo a favore di questa coalizione compiendo anche scelte difficili”.

Quali?

“Per l’alleanza il Pd si è tagliato una mano, subendo la scissione di Soru e perdendo quegli 8 punti percentuali”.

Il M5S non pare disposto a fare altrettanto?

“Non è il momento di puntare il dito contro qualcuno in particolare, ma contro tutti: basta guardare indietro, ai temi che ci hanno diviso”.

Come le barricate sulla Pellerina dei pentastellati?

“Lo dico in astratto: ci sono due modi per sedersi a un tavolo, e la politica lo insegna. Il primo è quello di cercare gli elementi di differenza, il secondo è quello di trovare un’intesa, anche in modo testardo. Sarebbe inspiegabile, a livello locale e nazionale, non fare un’alleanza per la localizzazione dell’ospedale alla Pellerina. È giusto valutare ogni opportunità ma un singolo caso non può impedire un’intera alleanza”.

Ma Cirio si può battere, alleandosi adesso?

“Il campo largo, che coinvolgerebbe anche altri partiti, è una condizione prioritaria per competere ma certo non basta per vincere. Cirio, però, ha dei punti deboli: il bilancio dei suoi cinque anni è negativo, con forti lacune su sanità, trasporti e lavoro. Può fare la fine di Ghigo”.

Chi potrebbe esserci al posto di Mercedes Bresso?

“Non ho mai amato il toto-nomi, ma una candidatura autorevole è l’ultimo dei problemi. Il nome si troverebbe il giorno dopo aver dato vita all’alleanza, come accaduto in Sardegna con Todde”.

Non è che il partito del candidato è il vero punto che blocca le trattative?

“Prima si deve pensare a mettere in piedi un’alleanza larga come quella costruita per la vittoria di Mercedes Bresso, che sembrava impronosticabile come quella di oggi. All’epoca si misero insieme tanti partiti anche diversi, dall’Udeur a Rifondazione Comunista. Gli elettori non ci perdonerebbero una sconfitta senza essere neanche scesi in campo”.

Se neanche la vittoria in Sardegna ha accelerato la situazione, cosa può farlo?

“Mettersi finalmente nell’ottica di essere generosi. E l’idea che una vittoria del campo largo qui, senza mancare di rispetto a nessuno, cambierebbe l’andamento della politica nazionale più di quanto sia accaduto con quella in Sardegna. Ma il tema di oggi non è vincere, bensì arrivare almeno a offrire un’alternativa. Anche rinunciando a qualcosa: non ci sono pranzi gratis”.

Lavoro e democrazia. Per una legge sulla rappresentanza.

Il 25 novembre si è tenuta a Roma la prima iniziativa di Compagno è il Mondo. Sono intervenuti tra gli altri: Pier Luigi Bersani, Maria Cecilia Guerra, Elly Schlein, Arturo Scotto, Michael Braun, Cristian Ferrari, Michele Raitano, Alessandra Raffi.
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