L’ultima serata della Convention inizia presto, stasera è previsto l’acceptance speech di Kamala Harris e si vocifera della partecipazione a sorpresa di Beyoncé. Sono le tre di pomeriggio e gli spalti sono già quasi tutti pieni anche se l’inizio ufficiale è previsto alle sei di sera. Andare alla Convention è come andare allo stadio, e questa sera giocano le star.
La prima star a parlare è Elizabeth Warren, senatrice progressista del Massachusetts, professoressa di legge a Harvard; durante l’amministrazione Obama creò il piano per stabilire l’Agenzia di protezione finanziaria dei consumatori, ma i senatori repubblicani non vollero che fosse lei a guidarla perché troppo progressista. Allora lei decise di entrare direttamente in politica come Senatrice del Massachusetts e, da allora, rappresenta con Bernie Sanders l’ala più progressista del partito. Appena la Warren sale sul palco c’è una standing ovation di cinque minuti, lei è visibilmente commossa. Parla del contrasto tra Kamala Harris, procuratore generale della California, e Donald Trump, condannato 34 volte. Se ne va con un’altra standing ovation della folla.
Poi Maxwell Frost, il più giovane membro del congresso americano, dalla Florida, eletto a 25 anni: rappresenta la Gen Z il cui voto è fondamentale per vincere queste elezioni, e su cui la campagna di Kamala Harris sta spingendo molto con una forte presenza social. Frost spinge la sua generazione all’impegno, parla di come l’impegno politico possa portare a un futuro migliore per questa generazione, sottolinea l’importanza del cambiamento climatico, chiede di votare per Kamala Harris per un futuro migliore e sostenibile.
Anche questa sera siamo fortunati e il nostro amico italo-americano Angelo ci fa entrare sul floor della Convention, un punto di osservazione privilegiato. Sul palco sale una delle coppie politiche più importanti del momento, Gabby Giffords, ex-deputata sopravvissuta nel 2011 a un attentato da arma da fuoco durante un suo comizio, che le ha causato una grave disabilità, insieme al marito astronauta, ora senatore dell’Arizona, Mark Kelly. Lui la aiuta a leggere dall’ipad il discorso dal teleprompter – un discorso emozionale: votate Kamala che è una donna e una leader. Poi Mark Kelly, uno che era tra i più papabili tra i nomi alla vicepresidenza prima della scelta di Walz, parla dei veterani e delle sue missioni nello spazio e di come sia importante in queste situazioni avere un Commander in chief che possa guidare non solo l’America, ma anche costruire anche solide alleanze internazionali.
Interviene quindi Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, stato in bilico dove l’aiuto della Whitmer è essenziale ed è infatti anche la vice della campagna elettorale di Kamala Harris. Alla fine Beyoncé non c’è, la sua partecipazione si rivelerà una voce infondata, ma arriva la vera star della serata, Kamala Harris.
Prende la parola e prima di tutto ringrazia Joe Biden e la folla rinforza gridando in coro “Thank you, Joe!”. Parla della storia della sua vita, della sua infanzia, del divorzio dei genitori, di una vita come quella di tanti americani, cresciuta dalla madre nella East Bay di San Francisco. Poi la carriera da procuratrice, dove ha sottolineato come lei ha rappresentato sempre e solo le persone: ‘Kamala Harris for the people’. Nelle aule dei tribunali americani, lo stato viene chiamato “the people”, le persone: al momento dell’ingresso in tribunale il funzionario pronuncia le parole “Kamala Harris for the people”, che significa che la procuratrice rappresenta lo stato: questo è diventato lo slogan della campagna elettorale: Kamala Harris for the people. Kamala Harris è al lavoro per le persone.
L’agenda della Harris parla di tutti i temi pratici con cui gli americani si battono ogni giorno: sanità, istruzione, la crisi abitativa, il lavoro, i costi dei beni alimentari, le pensioni, le cure mediche per gli anziani. Ma tocca anche il tema dell’aborto, cruciale in questa campagna elettorale dopo che la Corte Suprema ha ripristinato il diritto dei singoli stati a bandirlo, e la Palestina, dicendo che è arrivato il momento del cessate il fuoco. Un discorso che non lascia nessun tema fuori dall’agenda e che delinea il contrasto con Donald Trump. La folla applaude dall’inizio alla fine dello speech, agita i cartelli con scritto ‘Kamala’, l’entusiasmo è tanto e raccoglie tutto lo stadio. Tra le grida e l’entusiasmo del pubblico Kamala Harris è raggiunta da Tim Walz, si stringono le mani e la serata finisce con il tradizionale lancio di migliaia di palloncini bianchi, rossi e blu, uno spettacolo unico visto dal floor dello stadio.