Intervista a La Stampa
di Luca Monticelli
«La vera lotta all’evasione fiscale non si fa dai tempi di Renzi, il pagamento delle tasse con questo governo è diventato opzionale. L’unica strategia è recuperare risorse con i condoni facendo dei favori al proprio elettorato, che è quello dei lavoratori autonomi». Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze degli esecutivi Prodi e D’Alema, critica duramente la politica fiscale portata avanti da Giorgia Meloni.
Il concordato doveva essere lo strumento in grado di finanziare il taglio delle tasse al ceto medio, ma alla fine è stato un flop, come mai?
«È ovvio, il lavoratore indipendente ha già la possibilità di pagare a forfait tutte le imposte cavandosela con il 15%, che motivo ha di fare un condono preventivo? È tutto già condonato strutturalmente».
Si riferisce alla flat tax?
«Certo, è una norma inaudita perché gli 85mila euro di tetto al reddito per aderire in realtà sono oltre 230mila».
Perché?
«È il ministero dell’Economia che ci dice che gli autonomi evadono in media il. 67-70% del loro fatturato. Quindi, un contribuente che dichiara 85mila euro in realtà ne fattura 230mila. Se lo paragoniamo a un lavoratore dipendente, un dirigente di buon livello, significa che chi gode della flat tax risparmia 80mila euro. E questo non lo ricorda nessuno, né in tv né in Parlamento, né lo spiegano i sindacati».
Sta dicendo che la flat tax è un’imposta che favorisce strutturalmente l’evasione?
«No, dico che la flat tax è una deroga, una eliminazione delle imposte fondamentali dei lavoratori indipendenti che sono la base elettorale di questo governo, è una cosa scandalosa che spacca la società italiana e fa perdere un sacco di gettito, rendendo vano ogni discorso di lotta all’evasione».
Eppure il tax gap è in calo, intorno agli 80 miliardi rispetto ai 100 di qualche anno fa.
«Le stime ufficiali escludono l’evasione dei forfettari, ci sono altri 10-20 miliardi da aggiungere».
Lega e Forza Italia chiedono a gran voce la rottamazione quinquies che non sono riuscite ad approvare in manovra.
«Campano di condoni, è un modo con cui cercano un po’ di soldi facendo al tempo stesso un favore a un certo settore dell’elettorato, che è sempre lo stesso».
Il viceministro Leo ha firmato il decreto che aumenta le rate per chi ha debiti con il fisco e Giorgetti, nell’atto di indirizzo del 2025, punta molto sulla compliance, l’adempimento spontaneo.
«Il pagamento delle imposte è opzionale ormai».
La lotta all’evasione non si fa più con le cartelle ma con la collaborazione, il centrodestra lo chiama “fisco amico”.
«La lotta all’evasione non si fa più almeno dai tempi di Renzi, anche se Renzi prese alcune delle misure come lo split payment e il reverse charge che erano state proposte dal Nens (il centro studi fondato da Visco, ndr). Poi fu introdotta la fatturazione elettronica, una serie di norme di modernizzazione che hanno funzionato, introdotte dai governi di centrosinistra ma con grande pudore, senza dirlo».
Tuttavia le risorse recuperate dalla lotta all’evasione fanno comodo, lo stesso governo Meloni aveva bisogno dei soldi del concordato per abbassare l’Irpef.
«Il problema è che si fanno azioni di enorme disparità di trattamento tra contribuenti con lo stesso reddito. Questa è la cosa veramente inaccettabile. Sono sbalordito dal fatto che non ci sia la gente in piazza coi forconi, siamo uno strano Paese».
