Arturo Scotto
Si vergognino. Loro, i giovani di FdI, ma anche e soprattutto chi li ha protetti, coccolati, promossi. Perché possono fare per l’ennesima volta le vittime contro Fanpage e i suoi metodi giornalistici, ma un dato è certo: quelle frasi sono state pronunciate. E sono sassate, non ragazzate.
Il “regime” non è di chi scoperchia l’anima nera di questa destra, ma di chi pensa di dirigere questo paese nascondendo gli scheletri nell’armadio.
Tuttavia, chi conosce un minimo la struttura dei partiti del Novecento – e Fratelli d’Italia in parte è ancora un partito del secolo scorso – sa benissimo che l’organizzazione giovanile non è semplicemente un vivaio di talenti veri o presunti. Gioventù nazionale è invece la punta di diamante del progetto politico di Giorgia Meloni. L’ha costruita con cura, accarezzata con affetto, promossa con convinzione, a partire dal momento in cui ha iniziato la sua avventura politica.
I suoi attivisti rappresentano l’investimento più alto e ambizioso sul futuro che la Presidente del Consiglio ha messo in campo per il suo partito. Lo vediamo dagli ingenti trasferimenti – quale organizzazione politica può vantare più di trecentomila euro annui di bilancio? – e dall’inserimento dei suoi dirigenti negli staff di parlamentari, sottosegretari, assessori. Non possono separarsi da Gioventù nazionale perché non ci si può liberare di un polmone alimentato a immagine e somiglianza dei fantasmi dispettosi nonché ricorrenti del capo assoluto. I fantasmi mai rimossi e dunque tramandati di generazione in generazione.
Fino a che Fanpage non ha fatto saltare il tappo. Fascismo, nazismo, razzismo. E persino antisemitismo, nonostante anni di flirt con la destra israeliana. Qui c’è un punto su cui riflettere un po’ di più.
Se esiste una internazionale nera, accanto a Meloni a pieno titolo siedono Milei, Le Pen, Trump. E anche Bibi Netanyahu. La saldatura è sempre più forte e simbolica, ivi comprese alcune candidature alle elezioni politiche, in Italia ma non solo. Non difendono il diritto di Israele a vivere in pace e sicurezza, difendono soltanto il potere della destra israeliana di modellare quello Stato in senso autoritario ed etnocentrico. Il sostegno dei signori di Fratelli d’Italia al modello Netanyahu ha rappresentato in qualche modo un “condono” rispetto a un passato indicibile.
D’altra parte, fu Almirante – oggi presentato da Meloni come una sorta di padre della patria – a scrivere le parole che ripetono i giovani militanti e dirigenti di Fdi sul “settimanale della razza” quando gli ebrei furono perseguitati in Italia dal fascismo. Oggettivamente l’inchiesta di Fanpage cancella in un colpo solo l’effetto “condono”. E riporta l’estrema destra italiana di nuovo al punto di partenza, là dove l’aveva lasciata Giorgio Almirante.
Ora promettono purghe esemplari, pur non dicendo nulla sulle minacce a Elly Schlein, per i non allineati. Una cosa a cui non crede nessuno. Ma noi sappiamo per esperienza che sono i figli di solito a imitare i genitori. E quelle parole difficilmente sono solo farina del loro sacco. Si è nostalgici se alcune cose le hai vissute. E i giovani di FdI al massimo le hanno ascoltate da qualcuno. Magari da qualche genitore importante.