compagno

Bersani, la rockstar del centrosinistra: “Io ascolto il popolo”

Tommaso Labate - Il Corriere della Sera
Picture of Mario Rossi - La Repubblica

Mario Rossi - La Repubblica

Lorem ipsum dolor sit amet consectetur adipiscing elit dolor

todde bersani

Pubblicato da Il Corriere della Sera

di Tommaso Labate

«Zero», risponde Pier Luigi Bersani quando gli chiedono quanti detrattori incontri sul suo cammino ora che gira l’Italia «molto di più» di quanto non facesse da ministro, leader di partito, parlamentare. Non certo le vagonate di odio pubblico denunciate in tv da Chiara Ferragni, non le contestazioni che ogni tanto riceve Giorgia Meloni ma nemmeno una vecchietta che di tanto in tanto gli urli «vai a lavorareeee!» com’è capitato a Cagliari a Elly Schlein; al contrario, racconta nelle pause di questo «su e giù dal palco» delle campagne elettorali che lo stanno vedendo in prima fila — citazione da Ligabue nonostante lui sia decisamente più incline alla tendenza Vasco Rossi — non c’è viaggio in treno in cui non si avvicini qualcuno «a dirmi “sa, io sono di destra ma lei la stimo molto”, io rispondo sempre ringraziando due volte, perché il complimento è doppio».

Sarà per questo che Schlein lo considera un punto di riferimento imprescindibile e che la war room elettorale del Pd si affanna a prenotarlo, date su date, città su città, manifestazioni su manifestazioni su manifestazioni. Prima in Sardegna, dove l’evento di Carbonia con la segretaria del partito è considerato quasi «un format» per l’ufficio comunicazione del Pd, così come le sortite in solitaria a Orosei e Nuoro; e adesso in Abruzzo, dove la sua annunciata presenza non è passata inosservata neanche nel fronte opposto, col governatore uscente (e ricandidato) del centrodestra Marco Marsilio che ha causticamente notato come nel centrosinistra abbiano «riesumato persino Bersani, che ha dismesso i panni del commentatore televisivo ed è tornato a fare campagne elettorali…».

Lui, Bersani, c’è. Nei manifesti delle iniziative elettorali, il suo nome è tornato a essere scritto a caratteri cubitali, come se fosse l’attrazione principale della serata. Soltanto oggi, come segnalato da locandine con scritta bianca su sfondo rosso, che rimandano a certi classici del marxismo ripubblicati negli anni Settanta dagli Editori Riuniti, sarà a L’Aquila a metà pomeriggio e in Val Pescara alle nove di sera, sempre insieme al candidato presidente Luciano d’Amico (nelle locandine, c’è scritto prima Bersani e poi D’Amico). Perché in campagna elettorale, soprattutto per chi è chiamato a inseguire la lepre, vale quello che vale per la tv: questo funziona, questo no.

Bersani funziona sì, ma perché? «Credo che i motivi di fondo siano due: il primo — spiega lui in privato — è che le persone riconoscono la gratuità che sta dietro il mio impegno, nel senso che hanno capito che vado in giro da militante senza voler nulla in cambio». Il secondo «è che finalmente si è capito, anzi si è visto, che cosa ci fosse dietro la mucca nel corridoio di cui parlavo da anni: questa destra che evocavo nella mia metafora e che adesso è lì, radicata anche se indebolita, come se i bulloni del loro patto con le persone si siano allentati ma non del tutto staccati».

Certo, dall’altra parte c’è la difficoltà della sinistra nelle zone più lontane dalle grandi città, «guardate anche al voto dei paesini della Sardegna, che segnala a noi tutti il fatto che abbiamo smesso di andare al bar anche se il bar dovremmo tornare a frequentarlo». A parlare, dice lui, di quella linea di demarcazione «tra noi e loro», tra centrodestra e progressisti, «che adesso è tornata a essere ben visibile. Basta parlare di sanità e si capisce tutto: sei per l’universalità del servizio, che va fatto funzionare a tutti i livelli, oppure punti a dare sempre più pezzi al privato, di modo che finisca per funzionare solo per chi paga? La differenza è tutta là».

Quando gli si fa notare che le differenze sono anche tra Pd e Cinquestelle, Bersani fa un sospiro: «Capiranno tutti che i ragionamenti di certi dirigenti su un decimale guadagnato o perso non interessano al popolo, che vuole un’alleanza. Ci si arriverà col “lodo Totò”: perché è la somma, non altro, che fa il totale». Quanto a lui, di quel campo largo sperimentato in Sardegna e Abruzzo, rimane il testimonial più fedele. Ha smesso di mettere Tumbling dice dei Rolling Stones in macchina, come faceva ai tempi in cui era candidato premier, e magari pensa che tutto sommato «io sono ancora qua», come cantò Vasco Rossi al rientro dopo un lungo pit stop. «La gente mi trova simpatico», dice Bersani. Poi aggiunge: «Non ho ancora capito bene il perché».

Lavoro e democrazia. Per una legge sulla rappresentanza.

Il 25 novembre si è tenuta a Roma la prima iniziativa di Compagno è il Mondo. Sono intervenuti tra gli altri: Pier Luigi Bersani, Maria Cecilia Guerra, Elly Schlein, Arturo Scotto, Michael Braun, Cristian Ferrari, Michele Raitano, Alessandra Raffi.
VIDEO

SOCIAL

Comments Box SVG iconsUsed for the like, share, comment, and reaction icons
Copertina per Articolo Uno
Articolo Uno

Articolo Uno

37,639

Articolo Uno è anche
su Twitter: @articoloUnoMDP
su Youtube https://www.youtube.com/channel/UCRL6RxUdp78HEOPPW46tIgg

L’associazione Compagno è il Mondo aderisce con convinzione alla mobilitazione straordinaria promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo per il 26 ottobre prossimo. Serve un protagonismo nuovo della società civile e delle organizzazioni politiche e sociali per mettere fine a questo lungo ciclo di guerre in Ucraina e in Medio Oriente e ridare una chance alla diplomazia. L’Italia non sta svolgendo alcuna funzione sui fronti di guerra, a partire dalla vergognosa astensione in sede ONU sul riconoscimento dello stato di Palestina. Chiediamo il cessate il fuoco a Gaza e in Libano, l’embargo delle armi ad Israele, l’ingresso degli aiuti umanitari, il rilascio degli ostaggi detenuti nelle mani di Hamas. Oggi è il tempo della pace e della fine dei massacri.

Lo ha dichiarato il presidente di Compagno è il mondo Arturo Scotto.

L’associazione Compagno è il Mondo aderisce con convinzione alla mobilitazione straordinaria promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo per il 26 ottobre prossimo. Serve un protagonismo nuovo della società civile e delle organizzazioni politiche e sociali per mettere fine a questo lungo ciclo di guerre in Ucraina e in Medio Oriente e ridare una chance alla diplomazia. L’Italia non sta svolgendo alcuna funzione sui fronti di guerra, a partire dalla vergognosa astensione in sede ONU sul riconoscimento dello stato di Palestina. Chiediamo il cessate il fuoco a Gaza e in Libano, l’embargo delle armi ad Israele, l’ingresso degli aiuti umanitari, il rilascio degli ostaggi detenuti nelle mani di Hamas. Oggi è il tempo della pace e della fine dei massacri.

Lo ha dichiarato il presidente di Compagno è il mondo Arturo Scotto.
... Vedi altroVedi meno

1 month ago

2 CommentiComment on Facebook

Pare quasi quasi, ma quasi èh, che labbiate preso nculo ... Okukkukamala, okukkukamala, okukkuka 🎶

Eravate al governo con draghi e avete votato l'impossibile, compreso soldi e armi all'ucraina Ora siete contro la guerra Ma quando fate pace con il vostro cervello?

Carica altro

RASSEGNA