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Auguri per un buon anno di politica, e dunque di pace

Arturo Scotto
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Mario Rossi - La Repubblica

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Vi prego, almeno per quest’anno risparmiamoci l’ipocrisia degli appelli per un mondo di pace.

Il mondo oggi non è in pace, sta celebrando una guerra mondiale a pezzi come ha giustamente profetizzato Papa Francesco. Il mondo non è mai stato così instabile e insicuro. E la politica mai così debole e impotente.

Non hanno senso gli appelli alla pace senza scelte politiche conseguenti. Altrimenti è solo retorica.

Significa investire su una nuova stagione di multilateralismo: nessuna potenza può fare da sé. Non quelle declinanti, ma nemmeno quelle emergenti che sono inevitabilmente un propulsore di instabilità. Che non esistono doppi standard e che il diritto internazionale va applicato e non interpretato a seconda dell’opportunità.

Significa che le spese infinite per armamenti vanno fermate: se vendi un F16 qualcuno prima o poi lo usa, se metti in mano a qualcuno un AK47 idem. Non mi ha mai convinto l’idea che gli investimenti in spesa militare fossero un deterrente contro la guerra: mi pare che accada esattamente l’opposto.

Significa non bombardare quotidianamente gli organismi sovranazionali, gli unici luoghi formali di un potenziale governo mondiale. Bisogna denunciarne la tendenza alla paralisi, come è ovvio, ma restano l’unico punto di tenuta rispetto alla moltiplicazione dei conflitti. Continuo a pensare che la delegittimazione delle Nazioni Unite sia il miglior regalo ai signori della guerra.

Significa che la lotta ai cambiamenti climatici si fa sul serio e non la considera un punto secondario dell’agenda internazionale. Perché non c’è un conflitto che non abbia alla radice il tema dell’accaparramento delle risorse fondamentali per garantire la vita stessa ai popoli.

Significa che un modello di capitalismo che espelle il lavoro lo riduce a merce vile, precaria e sottopagata. La spinta della globalizzazione si è ripiegata, si è allargata la forbice delle diseguaglianze soprattutto in Occidente, il salto tecnologico rischia di produrre – se non governato – una generazione di espulsi dai processi produttivi e dunque dalla dimensione della cittadinanza.

Dunque, la pace non è un’aspirazione etica. È una scelta politica.

Tanti auguri di buon anno. Di politica e dunque di pace.

Lavoro e democrazia. Per una legge sulla rappresentanza.

Il 25 novembre si è tenuta a Roma la prima iniziativa di Compagno è il Mondo. Sono intervenuti tra gli altri: Pier Luigi Bersani, Maria Cecilia Guerra, Elly Schlein, Arturo Scotto, Michael Braun, Cristian Ferrari, Michele Raitano, Alessandra Raffi.
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