di Donato Speroni
Ci sono ventenni colti ed impegnati, ma abbiamo lasciato che una parte consistente della cosiddetta “generazione Z” crescesse nella superficialità e nel disagio. Eppure, senza il suo apporto è impossibile costruire un mondo sostenibile.
Come facciamo a occuparci dei posteri? Che cosa sappiamo di loro?
La domanda è meno divertente di quella posta da Marx (Groucho: “perché dovremmo occuparci dei posteri? Che cosa hanno fatto loro per noi”?), ma è certo più fondata. Mai come oggi, mi sembra, abbiamo la sensazione di un profondo distacco tra le generazioni, tanto che è difficile immaginare le caratteristiche di chi raggiungerà l’età matura tra dieci o vent’anni. (continua qui)