Intervista a Il Fatto quotidiano
d Vanessa Ricciardi
«La sintesi del congresso di Azione è la seguente: provare a dividere la prima forza di opposizione e auspicare la cancellazione della seconda. Un regalo inaspettato per Giorgia Meloni, non mi risulta che fosse il suo compleanno. Il Pd è unito sulla prospettiva dell’alleanza larga e lavora testardamente perché si realizzi. Questi tentativi di dividerlo saranno rispediti al mittente», dice Arturo Scotto, deputato del Pd.
Un paio di giorni fa ha firmato un appello contro la sua collega del Pd, Pina Picierno, perché si dissociasse dalle posizioni politiche del gruppo di estrema destra Israel Defense and Security Forum dopo averlo incontrato, e ieri Picierno è stata ospite assieme a Meloni al congresso di Carlo Calenda. Per il leader di Azione, Picierno potrebbe far parte del nuovo campo con «FI, noi, un pezzo del Pd», tra i “volenterosi” che vorrebbe si federassero con lui, anche per sostenere il piano di riarmo Ue.
«È nostro costume polemizzare con la destra – spiega Scotto – e non con le forze di opposizione. La stagione dei governi tecnici è finita. Dobbiamo concentrarci per mandarli a casa, non per fare a chi si accredita di più. Non mi pare che gli esponenti del Pd ospiti di Calenda abbiano sostenuto le sue tesi, sono andati come accade in tanti congressi. Concentriamoci sulle cose serie. L’Italia è l’ultimo paese del G20 per i salari. Questi signori volevano abolire la Fornero e adesso aumentano l’età pensionabile. Come avete documentato voi, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha mentito al Parlamento sul suo percorso universitario».
Veramente Picierno ha la stessa posizione di Calenda sull’Ucraina, ritiene la manifestazione pacifista del M5S del prossimo 5 aprile una mossa per «racimolare qualche freccetta in su nei sondaggi» e se l’è presa anche con «i compagni di viaggio nostri, Carlo».
Non voglio polemizzare ancora su Picierno. Ho grande rispetto per la manifestazione del M5S e gli auguro un grande successo, tutte le piazze che mettono al centro la questione sociale e la pace sono utili per l’alternativa. Mi auguro che la prossima piazza la faremo tutti insieme contro il governo. Se ci andrà una delegazione lo deciderà la segretaria.
Meloni da Calenda ha detto che Schlein vuole «un’Europa hippie».
Meloni usa il dileggio contro Schlein perché non ha argomenti. È in competizione con Salvini a chi bacia di più la pantofola di Trump, noi siamo contrari alla proposta di Von der Leyen sul ReArm Europe.
Calenda invece su questo sta con Meloni, e Giovanni Donzelli (FdI) ha aggiunto che sono pronti ad allearsi alle regionali a partire dalle Marche. Il campo largo è finito?
L’obiettivo è battere la destra, trovo inconcepibile che si possa pensare a un’alleanza anche nel più piccolo dei comuni, figuriamoci in una Regione. Se Calenda è ancora all’opposizione lo deve dire Calenda.
Voi avete aspirazioni unitarie, ma lui ritiene che il M5S «va cancellato».
Che un partito di opposizione parli della cancellazione di un altro partito di opposizione, tra gli applausi di esponenti di estrema destra, è inquietante e autolesionista. Mi sembra di vedere dopo un secolo l’indulgenza con cui sedicenti liberali aprirono una linea di credito al fascismo, pensando di poterlo eterodirigere. Si è visto come è andata.