compagno

Scotto: inaccettabile che l’Italia abbia sospeso i fondi alla cooperazione

Giuliano Santoro, Il manifesto
Picture of Mario Rossi - La Repubblica

Mario Rossi - La Repubblica

Lorem ipsum dolor sit amet consectetur adipiscing elit dolor

Intervista a Il manifesto

di Giuliano Santoro

Arturo Scotto e Roberto Speranza, deputati eletti nelle liste del Pd, hanno passato tre giorni tra Gerusalemme, Ramallah e Nablus. Sono stati tra i primi europei a entrare a Betlemme dall’inizio della guerra. Sono stati al kibbutz di Kfar Aza dove dalla prima casa attaccata di Hamas si vede Gaza city. Hanno incontrato, tra i tanti, la deputata arabo-israeliana Adua Touda, sospesa per due mesi dalla Knesset perché ha parlato di crimini di guerra a proposito di Gaza e le famiglie delle vittime e degli ostaggi che esprimono critiche durissime a Netanyahu. «La guerra sarà ancora lunga – dice Scotto – Magari avrà qualche altro scenario di tregua sugli ostaggi, ma dal punto di vista militare hanno deciso di spianare Gaza. E di chiudere la partita anche con l’Autorità nazionale palestinese».

In che modo?
Hanno portato allo stremo anche la West Bank. Stimano la caduta del Pil dell’80%, dopo che gli stipendi si sono dimezzati. Il messaggio che rischia di passare ai palestinesi è che Hamas li difende mentre l’Anp non paga neanche gli stipendi. Mohammad Shtayyeh, primo ministro palestinese, sostiene che Israele agli occhi della comunità internazionale ha perso credibilità e che al tempo stesso sul piano interno ha perso il mito della sicurezza.

Che prospettive hanno?
Considerano che nel medio periodo solo Anp possa governare Gaza, anche se nessuno ambisce a farlo mettendosi al traino dei carri armati di Israele. Mustafa Barghouthi, che abbiamo incontrato al Medical relief, dice che ambiscono a un governo di unità nazionale anche se resta il problema delle elezioni. Ma per governare davvero hanno bisogno di un riconoscimento chiaro, per il quale potrebbe servire una forza multinazionale. Loro la immaginano come risorsa a controllo dei confini, sul modello dell’intervento in Libano di Unifil.

L’Italia cosa sta facendo?
Sul tema della cooperazione il governo italiano sta facendo cose inaccettabili: hanno bloccato dieci progetti per 4 milioni e mezzo di euro. Soltanto nel 2021 noi avevamo stanziato quindici milioni sulla cooperazione e 5 sull’emergenza umanitaria. Adesso non c’è più niente sulla cooperazione, restano 11 milioni sull’emergenza. E poi abbiamo congelato i 7 milioni di contributo all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite che ha attrezzato rifugi e presidi sanitari che fornisce cibo alla popolazione di Gaza. Quando il suo direttore è venuto a Roma, è riuscito a incontrare il Papa ma non a parlare con qualcuno del governo.

La Chiesa che ruolo svolge?
Abbiamo avuto un colloquio con il cardinale Pierbattista Pizzaballa proprio dopo il bombardamento che ha colpito la chiesa a Gaza. L’impressione è che il processo di dialogo interreligioso sia saltato. Ci hanno caldamente invitati ad andare a Betlemme. Prima siamo passati da Nablus, dove ci siamo impegnati a sbloccare i gemellaggi con Firenze e Napoli. Da lì siamo arrivati a Betlemme, dove abbiamo trovato uno scenario desolato: la piazza centrale vuota, tutto sbarrato. Alla chiesa della Natività c’era una messa con cinque ortodossi armeni, la parte cattolica era vuota.

Avete avuto contatti con la sinistra israeliana?
Aluf Benn, direttore di Haaretz, ci ha detto che Israele ha avuto una fiducia «messianica», ha usato questa parola, nella tecnologia trascurando invece i processi politici. Laburisti e Meretz, ormai ridotte a forze minoritarie, stanno lavorando almeno a una lista unitaria. La chiusura di Israele rispetto al resto del mondo rafforza la destra, che cresce sempre quando si riducono gli spazi delle società aperte.

E adesso?
Chiediamo il cessate il fuoco. Uno stato c’è già, è quello israeliano, e ha diritto di vivere in sicurezza. Ma anche il dato del riconoscimento dello stato di Palestina è fondamentale. Per la prima volta invece l’Italia ha abbandonato una tradizione di dialogo, mediazione, confronto con quel popolo.

 

Lavoro e democrazia. Per una legge sulla rappresentanza.

Il 25 novembre si è tenuta a Roma la prima iniziativa di Compagno è il Mondo. Sono intervenuti tra gli altri: Pier Luigi Bersani, Maria Cecilia Guerra, Elly Schlein, Arturo Scotto, Michael Braun, Cristian Ferrari, Michele Raitano, Alessandra Raffi.
VIDEO

SOCIAL

Comments Box SVG iconsUsed for the like, share, comment, and reaction icons
Copertina per Articolo Uno
Articolo Uno

Articolo Uno

37,619

Articolo Uno è anche
su Twitter: @articoloUnoMDP
su Youtube https://www.youtube.com/channel/UCRL6RxUdp78HEOPPW46tIgg

L’associazione Compagno è il Mondo aderisce con convinzione alla mobilitazione straordinaria promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo per il 26 ottobre prossimo. Serve un protagonismo nuovo della società civile e delle organizzazioni politiche e sociali per mettere fine a questo lungo ciclo di guerre in Ucraina e in Medio Oriente e ridare una chance alla diplomazia. L’Italia non sta svolgendo alcuna funzione sui fronti di guerra, a partire dalla vergognosa astensione in sede ONU sul riconoscimento dello stato di Palestina. Chiediamo il cessate il fuoco a Gaza e in Libano, l’embargo delle armi ad Israele, l’ingresso degli aiuti umanitari, il rilascio degli ostaggi detenuti nelle mani di Hamas. Oggi è il tempo della pace e della fine dei massacri.

Lo ha dichiarato il presidente di Compagno è il mondo Arturo Scotto.

L’associazione Compagno è il Mondo aderisce con convinzione alla mobilitazione straordinaria promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo per il 26 ottobre prossimo. Serve un protagonismo nuovo della società civile e delle organizzazioni politiche e sociali per mettere fine a questo lungo ciclo di guerre in Ucraina e in Medio Oriente e ridare una chance alla diplomazia. L’Italia non sta svolgendo alcuna funzione sui fronti di guerra, a partire dalla vergognosa astensione in sede ONU sul riconoscimento dello stato di Palestina. Chiediamo il cessate il fuoco a Gaza e in Libano, l’embargo delle armi ad Israele, l’ingresso degli aiuti umanitari, il rilascio degli ostaggi detenuti nelle mani di Hamas. Oggi è il tempo della pace e della fine dei massacri.

Lo ha dichiarato il presidente di Compagno è il mondo Arturo Scotto.
... Vedi altroVedi meno

1 month ago

2 CommentiComment on Facebook

Pare quasi quasi, ma quasi èh, che labbiate preso nculo ... Okukkukamala, okukkukamala, okukkuka 🎶

Eravate al governo con draghi e avete votato l'impossibile, compreso soldi e armi all'ucraina Ora siete contro la guerra Ma quando fate pace con il vostro cervello?

Carica altro

RASSEGNA